Storia e territorio

STORIA DI SALICE TERME

Salice Terme - Panorama

Salice, attraverso i primi secoli della sua storia, ha seguito necessariamente da vicino le sorti dei limitrofi e più importanti centri di Voghera, Rivanazzano, Godiasco: dalle invasioni barbariche, all’avvento dei primi cristiani (che, narra la leggenda, insediarono a Salice uno dei primi luoghi di culto, sulla riva dello Staffora, dove poi sorse la prima chiesa del posto), ai domini delle più potenti famiglie nobili lombarde, dai Malaspina, fino agli Sforza, per poi giungere, alla metà del ‘700 all’annessione del regno Sabaudo e da quel momento vivere il lungo cammino che portò, nel giro di un secolo, alla nascita del Regno d’Italia.
Furono per primi i romani a scoprire le acque di Salice Terme, come testimoniano anche i reperti rinvenuti nei pressi della Fonte Sales che risale al quarto secolo dopo Cristo ed è ancora oggi in attività.
La leggenda narra che fu Giulio Cesare, di ritorno dalle Gallie, a far scavare il primo pozzo (profondo 18 metri), in prossimità di una sorgente che affiorava dal terreno con le sue acque rosse e ad utilizzare quelle acque medicamentose per alleviare i dolori dei suoi uomini stremati dai combattimenti e dalle fatiche del viaggio. Quello che è certo è che persone illustri sono qui ricorse ai benefici delle acque. E proprio lì dove le truppe romane trovavano ristoro, si trova oggi la Fonte Sales.
È solo dopo la realizzazione del pozzo della Fonte Sales e dell’escavazione delle gallerie della miniera di zolfo di Monte Alfeo (che secondo gli storici sono stati effettuati addirittura ai tempi dell’Imperatore Augusto, quindi tra il 30 a.C. ed il 14 d.C) che Salice inizia ad acquistare consistenza come agglomerato urbano (chiamato “Villa dei 18 fuochi” in quanto 18 erano le famiglie che vi abitavano) ad essere e rinomanza come località.
Il primo nome della località termale, che ci è stato tramandato dalla storia, è quello di “Locum Salis”. Ma già agli inizi del 1800 Salice era chiamata Sarzi.
Solo più tardi con la riscoperta della sorgente dell’acqua solforosa di Sales venne mutato il nome nell’attuale Salice.
Le prime notizie del centro termale e di Monte Alfeo si hanno nella bolla papale di Adriano IV datata 1153. In questa viene confermata all’abbazia di San Marziano di Tortona, la chiesa di San Bartolomeo con i suoi beni, il castello di Monte Alfeo con la chiesa di Santa Maria e la chiesina di Salice nella giurisdizione del medesimo castello e di conseguenza Sarzi.
Salice insieme all’intera Valle Staffora per anni rimase sotto il potere dei marchesi Malaspina.
Più volte la località termale, come Monte Alfeo e Godiasco, fu oggetto di saccheggi: terribili furono quelli messi a segno nel 1398, nel 1375, nel 1404 e nel 1415 per opera dei vogheresi.
Nel 1778 il canonico Serafino Volta trovò la fonte ridotta a pantano.
Nel 1883 il farmacista vogherese Angelini effettuò alcune ricerche e dimostrò come l’acqua di Sales conteneva iodio.
Bisogna attendere però il 1849 per assistere al recupero ed allo sfruttamento di questa sorgente: ci pensò il medico rivazzanese Ernesto Brugnatelli che, capita l’importanza di quest’acqua, l’utilizzò per la cura del gozzo. Riportò alla luce il pozzo consistente in una vasca profonda tre metri e larga sei sostenuta da un muro di mattoni (tra i quali se ne trovò uno con indicato l’anno 1697).

Salice Terme - Monumento al Dott.Brugnatelli

Venne sgomberata la canna fino alla profondità di 20 metri, si riportò alla luce l’acqua limpida che poteva essere così utilizzata per scopi curativi.
L’acqua della Fonte Sales fu la prima in Italia dove si scoprì lo iodio e fu anche la prima acqua minerale ad essere ufficialmente usata in medicina.
Fino al 1880 il dottor Brugnatelli lavorò indisturbato con l’acqua ricavata dalle fonti di Salice, ma proprio in quell’anno un negoziante di Milano, Eugenio Crespi, dopo aver effettuato studi e ricerche, decise di realizzare una serie di escavazioni a Salice alla ricerca del petrolio. L’oro nero si rinvenne, ma in quantità talmente scarsa da sconsigliarne lo sfruttamento per scopi commerciali.

Salice Terme - I Pozzi Salso-Iodici

Crespi abbandonò l’idea del petrolio e pensò invece di sfruttare l’acqua; si incontrò con il dottor Luigi Ernesto Stoppani, professionista di Milano e, nel 1884 costiruirono una società in accomandita semplice denominata “Stoppani Castiglioni & C.” (con capitali raccolti tra famiglie milanesi tra le quali la Fam. Castiglioni).
Per volontà della Società, tra il 1884 e il 1885 fu realizzato il primo stabilimento termale in Salice.

Salice Terme - Entrata alle Terme

Lo stabilimento Bagni aprì nel 1886, ma già nel 1890 la società si mise in liquidazione e fu acquistata interamente dal Dott. Stoppani a cui va riconosciuto il merito di aver realizzato gran parte del parco e dei vialetti posti intorno al Grand Hotel.
Nel 1901 il Dott. Stoppani decise di cedere lo stabilimento termale e il 31 dicembre dello stesso anno si costituì la Società Anonima delle Terme di Salice che decise di realizzarne uno nuovo e imponente (lo stesso che oggi viene denominato stabilimento principale).
Il risultato fu una costruzione in stile pompeiano su un piano rialzato, comprendente due reparti, per gli uomini e per le donne, di comprensivi 80 camerini. Sullo stesso piano si trovavano insediati un reparto per la massoterapia, un gabinetto per i bagni luce ed un vasto reparto per le visite mediche di ammissione alle cure. Al piano inferiore (seminterrato) trovavano invece posto un reparto per le fangature che disponeva di 20 camerini, ognuno dei quali era collegato internamente con un altro camerino dotato di un comodo letto per la reazione, ed un vasto reparto per i bagni solforosi dove si utilizzava l’acqua di Monte Alfeo.
Tra il 1919 e il 1936 le Terme raggiungono il massimo splendore in campo nazionale ed internazionale. Un nome è strettamente legato alle vicende di questo periodo ed allo sviluppo di Salice “balneario” ed è quello del dottor Eugenio Diviani, direttore sanitario delle Terme.
A lui si deve la costruzione di due importanti strutture: il Charitas (istituto destinato ai bambini poveri di Milano e non solo) e l’istituto “Carta del Lavoro” edificato su terreno di sua proprietà, donato proprio per la costruzione di questa struttura, con oltre 80 posti letto destinata ad essere la locale Clinica del Lavoro realizzata a favore di tutti i lavoratori che necessitavano di cure.

 

Charitas e Pozzi Salso-Iodici
Carta del Lavoro

Ma Diviani realizzò anche gran parte del parco delle Terme, la piscina e molte strutture sportive.
Nel parco possiamo trovare il busto marmoreo del Dott. Diviani che lo addita alla storia tra i più insigni ed autorevoli studiosi delle acque termali di Salice.
Nel 1942 la Società Anonima Terme di Salice si trasforma in Società per Azioni Terme di Salice.
Scampata fortunatamente dalla triste esperienza dei bombardamenti, Salice subì comunque, dal 1943, l’onta dell’occupazione da parte delle forze tedesche. Nel parco delle Terme furono scavate fosse anticarro, piazzati nidi di mitragliatrici e cannoncini antiaerei e vennero tagliate molte piante.
Cacciati i tedeschi, Salice fu scelta quale sede di acquartieramento da un reggimento di indiani, comandati da ufficiali inglesi, che si fermarono fino all’estate del ’46.
Dopo un periodo di crisi dovuto al dopoguerra, nel 1961 l’ E.A.G.A.T. (Ente Autonomo per la Gestione delle Aziende Termali, creato dal Governo nel 1958) rilevò le Terme di Salice.
Fu l’inizio di una nuova era per Salice, l’erogazione delle prestazioni vennero viste, non più come unica fonte di entrata, ma come “servizio di cura” concesso ed eseguito nei termini più rigorosi secondo i dettata del Governo.
Salice si adeguò perfezionando ed attuando un programma di interventi e di specializzazione nella cura delle affezioni respiratorie.

Nuovi apparecchi per inalazioni umide

Questa gestione consentì la costruzione del nuovo Hotel Terme (dotato di oltre 170 letti e di un attrezzatissimo centro termale), la perforazione di cinque nuovi pozzi, la completa ristrutturazione dello Stabilimento Termale Principale e di quello del Grand Hotel e la loro dotazione delle apparecchiature più moderne, la realizzazione di una nuova centrale termica e di lavanderia, la costruzione del Club degli Ospiti e l’attuazione di tutta una serie di iniziative in campo ricreativo e promozionale.

Grand Hotel Terme

Tra le prime si ricorda il “Premio al Miglior Attore Comico dell’anno”, manifestazione attuata per sei anni consecutivi.

Salone del Caffè-Teatro

Il premio diede modo di ospitare a Salice celebri protagonisti del mondo cinematografico, teatrale e televisivo nazionale. Una qualificatissima Giuria di critici e giornalisti, presieduta da Arturo Tofanelli (protagonista di prima fila del giornalismo fino agli inoltrati anni Settanta), sceglieva ed indicava, sulla base dell’attività artistica svolta nel corso dell’anno, il miglior attore comico al quale veniva assegnato, secondo una formula abbastanza originale, un premio da lui stesso indicato.
Dal 1962 al 1967, Salice conferì il Premio ed il titolo di “Comico dell’anno”, nel corso di memorabili serate di gala, ad Alberto Sordi (che scelse un auto sportiva), Franca Valeri (che optò per un quadro d’autore), Aldo Fabrizi (lotto di terreno in zona “Alga Salice”), Paolo Panelli e Bice Valori (raccolto di un anno in una fattoria sulle colline di Salice), Vittorio Gassman (cavallo da sello) e Renato Rascel (roulotte).

Premio “Comico dell’anno”

Si ricorda inoltre che, nella meravigliosa Sala del Teatro, all’interno dello stabilimento termale, si sono svolte in quegli anni importanti manifestazioni canore tra cui il Festivalbar che scelse Salice come tappa della finale della terza (1966) e della quarta edizione (1967) con artisti del calibro di: Caterina Caselli (che vinse con “Perdono”), Little Tony, Sonny e Cher, Rocky Roberts, New Trolls, I Cameleonti, I DikDik e Albano.
Salice Terme, inoltre, è stata anche teatro di varie manifestazioni sportive quali: la Freccia d’Argento (Trofeo Internazionale di tiro con l’arco), tornei di calcio tra i quali si ricorda il Gazebo (torneo per gli under 16 di squadre del calibro di Milan, Juventus e Inter).
La cittadina termale è stata tappa anche del Giro d’Italia del 2003 che è stata vinta da Alessandro Petacchi.

 

Giro d’Italia

Come dimenticare il Concorso Ippico che ha portato Salice e il suo parco, sulla scena equestre internazionale come tappa del campionato italiano ed europeo con campioni del calibro di Graziano Mancinelli (al quale è stata dedicata una via di Salice), i fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo e Vittorio Orlandi.

Concorso ippico
Concorso ippico